Il presente quaderno di "Esperienza e Teologia" ha origine dalla riflessione che va maturando all'interno della Chiesa di Verona nel contesto della celebrazione del Sinodo diocesano. Si pone come contributo per la riflessione, secondo la prospettiva propria del pensare teologico attento al vissuto di chiesa. Quanto maturato, non resta circoscritto nei confini della celebrazione di un sinodo locale, ma può essere letto come contributo per comprendere le strutture e le dinamiche proprie di una comunità cristiana che pratica il discernimento comunitario.
La consapevolezza che vivere l'esperienza ecclesiale domandi di attivarsi continuamente in questa direzione non è mai mancata: si conosce come attitudine abituale, che trova espressioni diversificate e di differente intensità nel cammino di Chiesa
(1). Già la tradizione neotestamentaria indica le prospettive fondamentali per un processo di discernimento comunitario
(2). Nel corso della storia della chiesa si conosce un progressivo sviluppo con correlative accentuazioni nel comprendere tale esperienza sia in prospettiva personale che comunitaria. Questa consapevolezza ha conosciuto nelle esperienze conciliari la sua espressione più qualificata.
Il Concilio Vaticano II ha indicato tale attitudine con la felice espressione "discernere i segni dei tempi", mutuata dalla sensibilità di Giovanni XXIII
(3).
Diversi sono i documenti conciliari che hanno richiamano questa urgenza, così espressa nella Gaudium et Spes: "Il popolo di Dio, mosso dalla fede, per cui crede di essere condotto dallo Spirito del Signore, che riempie l'universo, cerca di discernere negli avvenimenti, nelle richieste e nelle aspirazioni, cui prende parte insieme con gli altri uomini del nostro tempo, quali siano i veri segni della presenza o del disegno di Dio. La fede infatti tutto rischiara di una luce nuova, e svela le intenzioni di Dio sulla vocazione integrale dell'uomo, e perciò guida l'intelligenza verso soluzioni pienamente umane" (GS 11).
Le indicazioni del Concilio hanno orientato il cammino ecclesiale nel coltivare la sensibilità sinodale, che ha trovato espressione particolarmente qualificata nella celebrazione di diversi Sinodi nelle chiese locali. Si tratta di momenti privilegiati di vita ecclesiale e come tali vanno compresi, mettendo in evidenza la specificità che li contraddistingue, particolarmente sotto il profilo di azione ecclesiale (4).
Il contributo che una riflessione in ambito teologico può offrire a questa esperienza ecclesiale è anzitutto quello di una chiarificazione dell'azione stessa che si sta attuando evidenziandone il carattere propriamente teologico (5):
in tale prospettiva intendiamo collocare questi studi. Essi mirano, attraverso l'articolazione di differenti competenze a offrire dei percorsi chiarificatori ed esemplificativi inerenti l'azione ecclesiale del discernimento comunitario.
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