Esperienza e Teologia - Rivista di approfondimento teologico e pastorale dello Studio Teologico San Zeno e dell' Istituto Superiore di Scienze Religiose San Pietro Martire di Verona


Numero 6

Gennaio – Giugno 1998
Il coraggio di pensare la fede

 

 

Trent’anni di presenza formativa
+ Andrea Veggio (pp. 5-6)

Introduzione al tema

«Ricerca credente dell’intelligenza della fede».
La proposta dell’Istituto Superiore di Scienze Religiose di Verona
Ezio Falavegna (pp. 7-13)

Laici e teologia. I trent’anni del San Pietro martire di Verona
Dario Cervato (pp. 15-32)

 

Contributi

Dalla testimonianza alla testimonianza. L’itinerario di una fede che si fa annuncio gioioso (1Gv 1,1-4)
Corrado Ginami (pp. 33-41)

«Che mi ricordi di Te, che comprenda Te, che ami Te» (Agostino, De Trinitate 15,28,51)
Cristina Simonelli (pp. 42-51)

«Veni Creator Spiritus». L’intelligenza della fede come poesia
Giuseppe Laiti (pp. 52-62)

Credenti e non credenti: pellegrini del pensiero
Roberto Vinco (pp. 63-70)

Teologia: esperienza interdisciplinare verificativa della fede
Serio De Guidi (pp. 71-119)

 

Studi complementari

Una proposta ministeriale-pastorale
Enzo Biemmi (pp. 121-125)

Una proposta pedagogico-didattica
Giuseppina Zuccari (pp. 126-143)

Credere e comprendere nell’orizzonte più ampio della storia
Giuseppe Accordini (pp. 144-149)

Articolazioni ministeriali dell’unica missione della Chiesa nel magistero recente.
Preti, consacrati e laici per l’unica corresponsabilità ecclesiale

Francesco Massagrande (pp. 150-158)

Teologia e pedagogia nella formazione dei formatori laici.
Un’analisi delle proposte negli Istituti di Scienze Religiose del Triveneto

Patrizia Zanolli (pp. 159-164)

Significatività di una esperienza formativa
Osvaldo Richelli (pp. 165-168)

 

 

 

 


Trent’anni di presenza formativa


(full text)



 

"La più viva coscienza del posto e dei compiti che spettano a tutti i componenti il popolo di Dio stimola anche a ricercare le vie più idonee perché ciascuno possa con maggiore chiarezza e competenza vivere la propria vocazione e partecipare più efficacemente alla missione della Chiesa" (dal Documento di fondazione, 20 ottobre 1967). Con queste parole il vescovo Mons. Giuseppe Carraro dava avvio alla Scuola di Teologia, quale risposta alle esigenze di rinnovamento che il Concilio Vaticano II aveva sollecitato in ordine alla formazione dei laici e delle religiose.

A trent’anni di distanza non possiamo evitare di sentire ancora l’attualità di quelle parole e di questa istituzione che, in sintonia col cammino ecclesiale italiano, dal 1986 ha assunto la configurazione di Istituto di Scienze Religiose e dal 1996 il riconoscimento accademico di Istituto Superiore di Scienze Religiose.

Fare memoria di questo singolare luogo formativo è riproporre l’attualità dell’apporto della formazione teologica. È un anniversario che ci offre l’occasione di rinvigorire a livello ecclesiale la coscienza del fatto che i laici non sono semplicemente oggetto della pastorale, ma soggetto attivo, parte viva, consapevole e responsabile della missione della Chiesa. In tal modo la necessità di una seria ed organica formazione spirituale e teologica dei laici si impone sempre di più in tutta la sua evidenza, non solo per il naturale dinamismo di approfondimento della loro fede, ma anche per l’esigenza di "rendere ragione della speranza" che è in loro di fronte al mondo stesso. Del resto è la stessa situazione contemporanea ad esigere sempre più delle persone che siano veramente all’altezza della complessità dei tempi e siano in grado di affrontare, con competenza e con chiarezza e profondità di argomentazioni, le domande di senso degli uomini d’oggi.

Inoltre, ricomprendere questo luogo di formazione teologica è motivo per ridirci la necessità di proporre un itinerario organico per tutti coloro che intendono maturare ed approfondire in modo serio e scientifico la propria fede, nello sforzo di cogliere la stretta connessione tra fede e riflessione matura. Infatti, il valore e l’autenticità della formazione teologica si inserisce nel cammino di fede di una persona, in quanto la stessa teologia proviene dalla fede e intende condurre ad essa.

Colui che si dispone allo studio della teologia è infatti anzitutto un credente, una persona che si interroga sulla propria fede al fine di raggiungere una comprensione sempre più profonda di essa. E come la fede opera un rapporto personale del credente con Gesù Cristo nella comunità ecclesiale, così la teologia, di cui la fede è punto di partenza e di arrivo, diventa accoglienza della Parola di Dio attraverso una adesione piena a Gesù Cristo dentro una sempre più consapevole partecipazione alla vita della Chiesa.

Il nostro Istituto ha trent’anni di vita. È ormai una vitale realtà non solo nell’ambito eminentemente ecclesiale, ma anche nel contesto socio-culturale in cui opera, in cui si pone come il luogo naturale per l’approfondimento della fede in prospettiva di una riflessione credente che sappia far sintesi tra la fede e la cultura.

Questa è l’occasione, dunque, per un vivo ringraziamento a tutti coloro che in questo tempo hanno creduto e si sono impegnati in un servizio di promozione e di qualificazione di questa proposta formativa. L’augurio che ci sentiamo di fare è che le nostre comunità sappiano riscoprirne il significativo valore formativo, augurio che diventa anche un impegno a mantenere vivo lo slancio e lo spessore profetico che da trent’anni caratterizza il cammino di questo Istituto nella nostra Chiesa di Verona.

 

+ Andrea Veggio
Amministratore apostolico di Verona

 


INTRODUZIONE

 

"Ricerca credente dell’intelligenza della fede"
la proposta dell’Istituto Superiore di Scienze Religiose

 

di Ezio Falavegna


(full text)



 

Il tema della formazione teologica dei laici da un po’ di tempo appartiene ai luoghi comuni sui quali insiste la pubblicistica cattolica interessata a una rinnovata valorizzazione e responsabilizzazione dei laici all’interno della comunità ecclesiale.

A partire dal Vaticano II (cfr. GS 62; AA 29; ecc), che ha sottolineato che la Chiesa è popolo di Dio e tutti i membri hanno una parte attiva sia nei vari ministeri sia nell’animazione cristiana delle varie attività civili, viene riproposto sempre più con viva forza alla Chiesa il problema della formazione teologica dei laici, ed è emersa a più riprese (cfr. i documenti della Conferenza Episcopale Italiana, Magistero e teologia nella Chiesa, 1968; La formazione teologica nella Chiesa particolare, 1985) la volontà dichiarata di dare forza e consistenza alla proposta di formazione teologica dei cristiani nelle nostre comunità. Una realtà, quest’ultima, che trova la sua chiarificazione nella comprensione della presenza del laico all’interno della Chiesa e del ruolo della teologia in ordine alla formazione dei laici.

 

I laici: soggetto attivo della pastorale

 

Certamente, non occorrono molte parole per evidenziare ulteriormente ciò che ormai in mille modi si va dicendo riguardo alla necessità di una ampia presa di coscienza a livello ecclesiale del fatto che i laici non sono semplicemente oggetto della pastorale, ma soggetto attivo, parte viva, consapevole e responsabile della missione della Chiesa. In forza della vocazione battesimale, infatti, la loro partecipazione alla evangelizzazione non può rimanere circoscritta in termini di "manovalanza" o di semplice esecuzione, ma si esplica necessariamente nell’impegno ad essere Chiesa, e non certo in una passiva appartenenza ad essa. In tal modo la necessità di una seria ed organica formazione spirituale e teologica dei laici si impone sempre di più in tutta la sua evidenza, non solo per il naturale dinamismo di approfondimento della loro fede, ma anche per l’esigenza di "rendere ragione della speranza" che è in loro di fronte al mondo stesso. Del resto, i medesimi interrogativi e stimoli che la cultura contemporanea ci pone innanzi, non possono essere affrontati con una preparazione generica o ripetitiva, fatta di semplici formule stereotipate, come non è possibile demandare ad altri le risposte a tali interrogativi, soprattutto se queste, non limitandosi alla sfera intellettuale, coinvolgono l’intera esistenza delle persone.

 

Le proposte di formazione per laici

 

Per realizzare una Chiesa effettivamente tutta ministeriale occorre porsi con coraggio domande non soltanto teoriche ma pratiche, riguardanti atteggiamenti, strutture e percorsi formativi, e cercare di dare una risposta orientativa da non rimandarsi a tempo indeterminato e sufficientemente aperta alle esigenze di un mondo in continuo mutamento e pieno di sfide.

Peraltro, non è difficile notare come all’interno della nostre comunità sia sempre più forte da parte dei credenti l’esigenza di una riflessione sulla Parola, affinché essa penetri nell’esistenza vitale della fede. Infatti, sono moltissimi, al riguardo, i tentativi in atto che hanno l’obiettivo di venire incontro a tale esigenza (corsi biblici, cicli di prediche o conferenze su temi specifici, brevi corsi, incontri occasionali): realtà che se hanno ancora una utilità per un approccio formativo o per un aggiornamento teologico, portano in sé il rischio della frammentarietà e sporadicità delle proposte di formazione, e risultano spesso insufficienti per una fede cristiana adulta, specialmente per coloro che sono catechisti o animatori di comunità cristiane. Tutto ciò rileva il bisogno di una formazione personale più matura e più adeguata al livello culturale odierno.

 

Il ruolo della formazione teologica

 

In questo impegno-servizio si comprende il ruolo della teologia, in quanto suo compito è quello di indagare e approfondire la divina Rivelazione nell’attenzione all’uomo e alla sua storia, per favorire l’assimilazione sempre più cosciente della Parola di Dio da parte dei credenti. In forza di tale compito la teologia non è materia esclusiva di alcuni specialisti, ma è necessariamente legata alla maturità della fede della comunità cristiana. La dimensione teologica è dunque connaturale all’essere stesso di ogni credente, in quanto coinvolge tutta la comunità ecclesiale verso la comprensione più piena della Parola ad essa affidata, in un cammino di "ricerca credente dell’intelligenza della fede" (Congregazione per la Dottrina della Fede, Istruzione sulla vocazione ecclesiale del teologo, 24 maggio 1990, n. 1).

Ciò che caratterizza la teologia in senso proprio rispetto ad un molteplice studio della Parola, è il carattere di scientificità che in essa la riflessione assume, aiutando le persone ad acquistare la capacità di maturare un approfondimento e una lettura di fede, proprio a partire dalla realtà quotidiana e dalle provocazioni della cultura e della vita contemporeanea. Tutto questo, poi, si pone nella linea di offrire la possibilità di verificare non solo le scelte pastorali in atto, ma anche le riflessioni maturate con esse.

La proposta di una formazione teologica, nell’ambito più ampio di una formazione personale umana e cristiana, si propone di consentire alle persone la capacità di gustare e comunicare in modo significativo per se stessi e per le donne e gli uomini d’oggi il senso dell’annuncio del Vangelo. La riflessione rigorosa sulla fede costringe all’esercizio di molte capacità umane e spirituali e abitua ad un saggio equilibrio che diventerà prezioso nel compito sempre più delicato di un servizio nelle comunità cristiane. Anche l’attenzione vera e costante alla realtà con gli strumenti di lettura che le scienze dell’uomo hanno elaborato va a beneficio di un "uomo di fede" che intende "servire la fede" nel nostro tempo. L’approfondimento riflesso del mistero di Dio che viene incontro ad ogni uomo concreto offre anche la possibilità di celebrare e aiutare a celebrare la grandezza di questo dono con profondità e gusto.

I motivi della testimonianza cristiana non vengono sostituiti dalla riflessione teologica, ma da essa indubbiamente rinsaldati e rinvigoriti. Il recupero della tradizione storica della Chiesa, del suo sforzo costante di evangelizzare la cultura e inculturare il Vangelo, delle sue prese di posizione autorevoli in materia di fede e di orientamenti morali, costituisce un allenamento formidabile alla capacità di annunciare anche oggi coraggiosamente il messaggio evangelico mantendo una costante attitudine al dialogo umano, ecumenico, interreligioso, che appartengono insopprimibilmente al cristiano. Tutto questo è evidentemente una potenzialità sospesa alla disponibilità e all’attitudine di ciascuno, che ne farà tesoro nella misura della sua apertura. E forse anche nella misura consentita dalla freschezza dell’ambiente pastorale in cui verrà inserito.

 

L’offerta di formazione teologica a Verona

 

Per venire incontro a queste istanze, anche a Verona, negli anni immediatamente seguenti al Concilio, è sorta una scuola di formazione teologica per laici, diretta a vari destinatari: a laici, religiosi e religiose che intendono maturare ed approfondire la propria fede in modo serio e scientifico, e a tutte quelle persone che si preparano ad assumere ministeri ecclesiali o di servizio alla comunità, specie nell’ambito della catechesi o della scuola, in vista della quale avviene la formazione degli insegnanti di religione. Tale scuola di teologia, a partire dal 1986, è divenuta Istituto di Scienze Religiose, conseguendo così anche un riconoscimento dalla Conferenza espiscopale italiana, senza però che ne venisse meno lo specifico carattere ecclesiale, che pone l’attenzione prevalentemente sulla formazione degli studenti in relazione ad un’organica e critica esposizione della fede vissuta e approfondita nella comunità cristiana.

L’11 luglio 1996 l’Istituto ha ottenuto la qualifica di Istituto Superiore, quale sezione staccata dell’Istituto Superiore di Scienze Religiose delle Venezie, permettendo di conseguire oltre al Diploma in scienze religiose in un triennio, anche il Diploma accademico di Magistero in scienze religiose in un quadriennio. Questo passaggio è nato dal desiderio di offrire una formazione teologica che, se non pretende di esaurire tutta la ricchezza della riflessione teologica, risulti comunque organicamente e sufficientemente completa. Sul piano organizzativo, la principale innovazione, oltre al tentativo di offrire una sintesi sistematica del cammino percorso, consiste nella possibilità di una specializzazione pastorale-ministeriale o pedagogico-didattica. I corsi di tali indirizzi sono impostati in modo tale da iniziare i partecipanti ad una competenza pastorale o didattica in vista di una possibile operatività: insomma, una specie di "laboratorio" in cui conoscere e utilizzare gli strumenti, le metodologie e le strategie attuative.

 

Il Piano degli Studi previsto dall’Istituto si articola attraverso quattro dimensioni complementari:

 

  • In un primo momento lo studente è introdotto alla conoscenza dell’uomo, visto nella sua identità e nelle sue aperture, nei suoi valori e nelle sue problematiche. Tutto questo assumendo il percorso della riflessione filosofica (Temi di storia della filosofia), con particolare attenzione ad alcune tematiche (Filosofia della conoscenza, Antropologia ed etica, Metafisica e Teodicea), e con l’aiuto delle scienze umane (Psicologia, Sociologia della religione).
  • Il cammino di studio si approfondisce e si concentra intorno alla Parola di Dio, colta come Storia della Salvezza (Antico Testamento, Vangeli sinottici, Scritti paolini, Scritti giovannei) e come origine e fondamento della fede ecclesiale (Teologia fondamentale, Cristologia, Ecclesiologia e mariologia, Teologia sacramentaria, Antropologia teologica, Il Dio vivente), che esige continuamente di essere celebrata (Liturgia) e tradotta in vita (corsi di Morale).
  • Lo sguardo sulla Chiesa, considerata nella sua storia e nelle sue espressioni culturali (Antichità cristiane, Patrologia, Storia della Chiesa, Caratteristiche dell’arte e iconografia cristiana, Spiritualità, Diritto canonico) e nella sua identità in dialogo (Ecumenismo e Dialogo interreligioso, Le grandi religioni del mondo), aiuta lo studente a riflettere criticamente sulle diverse manifestazioni della fede cristiana lungo i secoli.
  • I due indirizzi pastorale-ministeriale e pedagogico-didattico abilitano gli studenti a comunicare correttamente i contenuti assimilati, attraverso l’esercizio dei ministeri ecclesiali e l’insegnamento della religione cattolica.

L’indirizzo "pastorale-ministeriale" è costituito da due corsi introduttivi di base (Catechetica fondamentale, Teologia pastorale fondamentale) e da tre corsi specifici (Pedagogia catechistica, Pastorale liturgico-sacramentaria, Pastorale della Chiesa locale).

L’indirizzo "pedagogico-didattico" è costituito da un corso introduttivo di base (Pedagogia generale) e da tre corsi specifici (Identità e compiti dell’IRC, Metodologia della programmazione scolastica, Didattica dell’IRC).

 

Una "sfida formativa" sempre aperta

 

Proprio perché la formazione, compresa quella ministeriale, non si improvvisa, quasi si trattasse di un "oracolo", ma, in quanto originale progetto di grazia che Dio presenta e offre a ciascuno, si rivela gradualmente, all'interno della propria vita e delle vicende umane ed ecclesiali, essa chiede che le comunità ecclesiali sentano sempre più come obiettivo urgente e prioritario la "formazione alla competenza". La formazione diventa così un "dare forma" alla propria vita, un diventare ciò che si è per dono. La formazione può diventare esperienza reale di umanità e di vita ecclesiale, se si avrà il coraggio di investire coraggiosamente attenzioni ed energie, qualità di servizi e progettualità da condividere con i laici, in un autentico atteggiamento di reciproca stima e complementarità, per accogliere e plasmare le nostre vite sul dono di Dio all'interno di una comune e sempre rinnovata testimonianza per l'annuncio del Regno.

I trent’anni di presenza del nostro Istituto potrebbero ulteriormente sollecitare le nostre comunità ecclesiali a una prendere coscienza dei benefici provenienti da una presenza qualificata di persone, specialmente laddove la maturazione della loro vocazione è nata e si è nutrita grazie a un profondo radicamento ecclesiale.

 

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