Esperienza e Teologia - Rivista di approfondimento teologico e pastorale dello Studio Teologico San Zeno e dell' Istituto Superiore di Scienze Religiose San Pietro Martire di Verona


Numero 2

Gennaio – Giugno 1996
L’approdo.
Dall’esperienza cristiana alla Parola

 

 

 


PRESENTAZIONE

Il vissuto cristiano come espressivita’ della parola

 

di Ezio Falavegna


(full text)



 

Si rimane sempre sorpresi nel cogliere come l’evento decisivo della storia umana sia raccontato con parole semplici, attraverso una cronaca scarna, benché non priva di grandiosità. Gesù Cristo, la Parola di Dio incarnata, rivela il dono insperato e gratuito di Dio all’umanità attraverso una Parola che "cresce e si fa forte" (Lc 2,52) dentro il tessuto dei rapporti familiari, dentro il vissuto di una comunità. In questa storia, fatta di parole impregnate della quotidianità, Gesù impara ad amare il Padre e i fratelli, fino al dono di sé sulla croce.

Nello stesso tempo, Dio entra nel mondo, si fa vicino agli uomini, partecipa alle vicende umane attraverso la disponibilità accogliente di coloro si aprono fiduciosamente a Lui, prima fra tutti Maria. Attraverso di Lei, figura di tutti i credenti, il Figlio di Dio entra nella storia umana, viene a far parte di un popolo per salvare tutti i popoli.

Mentre la Parola di Dio si consegna nelle mani dell’umanità e si fa carne per la vita del mondo, i credenti sono chiamati a comprendere in quel volto umano di Gesù il volto divino, a vedere nei Suoi lineamenti umani il Figlio di Dio. Infatti, dal momento in cui Dio è diventato percepibile e raggiungibile in Gesù e la Sua salvezza è entrata nella realtà del mondo, i credenti sono chiamati con la loro vita a un cammino permanente di riconoscimento della salvezza che opera nella storia e ad esprimere l’impegno della condivisione e della testimonianza della fede, perché tutti possano scoprire la luce che illumina il mondo e lasciarsi illuminare dalla verità del Vangelo.

In questo compito, la comunità dei credenti si realizza come il luogo dell’ascolto, dell’accoglienza e della testimonianza della Parola di Gesù come una Parola densa di vita e di energia, una Parola che tratta della vita, si trasforma in vita e trasmette vita perché parla di Cristo che è la Vita.

Così, il vissuto dei credenti diventa importante nel dare espressione alla realtà nuova e sconvolgente che la fede cristiana ha fatto intuire nella trama ordinaria e quotidiana di un’esistenza umana: il Figlio di Dio. La stessa vita della comunità ecclesiale diventa in qualche modo parola, per la sua stessa identità e per la sua qualità naturale di segno, e così la vita si trasforma in parola che la proclama, la spiega, la interroga. La vita sollecita la Parola: per comprendere se stessa e per illuminare le situazioni e i problemi nuovi con i quali ogni persona è confrontata.

Da qui l’impegno a dare autenticità al vissuto credente: infatti, come la veracità della parola esprime la prima e fondamentale condizione del fidarsi e dell’entrare in una relazione autenticamente umana con l’altro, cioè in una relazione di amore, così solo su un vissuto verace, può fondarsi una relazione autentica con Dio e tra gli uomini. Certo, non si tratta solo di una sincerità di superficie, ma di una totalità di vita, capace di esprimere in profondità i significati scoperti e di plasmare l’esistenza. In realtà, nella vita scopriamo spesso che ci sono parole importanti, ricche di significato, parole forti e orientanti che tuttavia nel modo comune di parlare rischiano di diventare logore e vuote, se non c’è una forte attenzione a mantenerle nella loro verità; allo stesso modo compito della comunità è di rendersi attenta, di accogliere, di annunciare e di lasciar trasparire nel proprio vissuto la Parola dell’amore di Dio manifestata in Gesù Cristo.

È questa una comunità che accoglie e plasma la propria vita nella Parola di Dio che si è detta nel linguaggio degli uomini e dunque si è profondamente inscritta nel tempo, nella geografia, nella cultura; una comunità che pertanto si fa tramite della salvezza attraverso la propria testimonianza, il proprio vissuto, dando così visibilità al disegno di Dio per gli uomini.

La Chiesa si fa luogo di "approdo", di incontro della salvezza di Dio che in Gesù Cristo ha assunto un volto umano con ogni uomo. Memore di questa missione, la sua vita e il suo annuncio si rendono attenti affinché la Parola di Dio raggiunga l’uomo d’oggi nella sua vita personale e comunitaria, nel linguaggio verbale, gestuale e simbolico che lo esprime, proponendosi come veritiero strumento per comunicare un’esperienza che ha dato un volto alla propria esistenza.

Si tratta di un impegno che, inoltre, si traduce necessariamente nel conoscere meglio l’uomo contemporaneo, cui è destinato l’annuncio del Regno: conoscerlo, partecipando alla sua vita, alle sue speranze e timori, diventa la condizione fondamentale per una "fedeltà al messaggio del quale siamo servitori" e "alle persone alle quali dobbiamo trasmetterlo" (EN 4).

 

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