Esperienza e Teologia - Rivista di approfondimento teologico e pastorale dello Studio Teologico San Zeno e dell' Istituto Superiore di Scienze Religiose San Pietro Martire di Verona


Numero 1

Luglio – Dicembre 1995
La traversata.
Dall'esperienza della storia della salvezza
alla parola canonica

 

 

Presentazione

La Parola di Dio sorgente e compimento dell’esperienza ecclesiale.
«Traversata» e «approdo» come esperienza di un incontro vitale con la Parola
Ezio Falavegna (pp. 5-8)

La traversata: tra modalità e contenuto
Luciano Zanini (pp. 9-12)

Programma della giornata interdisciplinare

Contributi dei docenti

Parola di Dio e vita cristiana: dalla "Parola" scritta all’"esperienza" che l’ha generata
Giovanni Gottardi (pp. 15-28)

"Ricominciare da Dio". Parola di Dio nell’esperienza e nella riflessione di Dietrich Bonhoeffer
Roberto Vinco (pp. 29-38)

Per una teologia sistematica dell’esperienza storico-salvifica ebraico-cristiana secondo le Scritture
Serio De Guidi (pp. 57-91)

 

Studi complementari

La Parola di Dio nell’azione liturgica, per la vita
Silvio Zonin (pp. 93-107)

S. Zeno guida alla lettura delle Scritture la comunità cristiana di Verona (atteggiamento, metodo, luogo)
Giuseppe Laiti (pp. 109-114)

 

 

 

 

 

PRESENTAZIONE

 

La Parola di Dio sorgente e compimento dell’esperienza ecclesiale.
« Traversata» e « approdo»
come esperienza di un incontro vitale con la Parola

 

di Ezio Falavegna


(full text)



 

Nell’ambito del lavoro di studio interdisciplinare promosso dall’Istituto, è stato scelto un tema che, per essere compreso nel suo significato teologico-pastorale, deve essere collocato entro quattro coordinate che ne hanno segnato il lavoro di maturazione e di riflessione:

- il progetto pastorale diocesano in cui il nostro Vescovo, con il forte appello a « riscoprire il volto del Dio cristiano» , fa sua l’impellente proposta di un rinnovato impegno per la comunità ecclesiale, vòlta a « riscoprire il gusto sapido dell’ascolto della Parola di Dio, che vuol dialogare con noi "cuore a cuore"» . In questo orizzonte, che traccia un cammino di servizio e di testimonianza da realizzare per gli uomini del nostro tempo, il credente è chiamato a comprendersi come « l’uomo del mistero, colui che con l’occhio limpido della fede "vede l’invisibile", radica nella paternità del Dio di Gesù Cristo la certezza incrollabile del sapersi amato, accolto ... » , in un percorso che lo obbliga a una « apertura al mistero e alla ricerca del senso profondo della realtà, che rinvia insistentemente a un "Oltre" e a un "Altro"» (Attilio Nicora, La Chiesa veronese annuncia, celebra e testimonia il Vangelo della carità, Verona 1995, I.1.C., I.1.B.a).

- il terzo convegno della Chiesa italiana tenutosi a Palermo (20-24 novembre 1995) con l’emergente necessità di un progetto o prospettiva culturale orientata in senso cristiano, in cui l’ascolto della Parola, lo stesso che ha scandito l’unità e la profondità di quelle giornate, sia sorgente di una feconda comunione e indichi un fattivo cammino di Chiesa. Lo stesso Giovanni Paolo II nel discorso tenuto in tale circostanza (23.11.1995) ebbe a sottolineare che « il nucleo generatore di ogni autentica cultura è costituito dal suo approccio al mistero di Dio, nel quale soltanto trova il suo fondamento incrollabile un ordine sociale incentrato sulla dignità e responsabilità personale» : un impegno, questo, che sempre più deve portare il credente a « lasciarsi plasmare dall’ascolto della parola di Dio» (nn.4.9). In questo cammino, dunque, la comunità ecclesiale è sollecitata a risentire la « nuova evangelizzazione» impregnata di un « rinnovato interesse alla Bibbia» (Terzo millennio adveniente, n.40).

- la nota pastorale della commissione CEI per la dottrina della fede e la catechesi La Bibbia nella vita della Chiesa (18 novembre 1995), in cui si evidenzia come la centralità di Cristo nell’esperienza ecclesiale è in modo inscindibile legata alla centralità della Parola in forma scritta: quindi la Bibbia. Si tratta di una Parola che non si confonde con l’espressione linguistica ma è Dio stesso che è in cammino come Parola attraverso la sua comunità « per svelare verità e creare comunione» (Id, 16). Questa premessa teologica costituisce il necessario sfondo alle riflessioni di tipo operativo-pastorale che la nota suggerisce, in un testo ricco di sollecitazioni affinché la Parola di Dio diventi l’anima della pastorale.

- il trentesimo anniversario della promulgazione della costituzione dogmatica Dei Verbum del Concilio Vaticano II (18 novembre 1965). Il testo ancora oggi mantiene intatta la sua attualità, sottolineando con forza come il cuore della verità cristiana, ciò che il credente crede non sono formule o parole. La verità cristiana è Dio, è una persona che incontra e ama l’uomo. La « Parola di Dio» è la comunicazione che Dio fa di se stesso, sicché non si cala nel mondo dall’esterno, ma si genera nell’espressione fedele e storica di un popolo e culmina nella vicenda storica di Gesù Cristo: Egli è la Parola.

In questo senso la storia, nel momento in cui è interpellata nel suo divenire, svela un progetto di salvezza che si esprime in eventi, dove « fatti e parole sono intimamente connessi tra di loro» (DV 2), si sostengono, si rimandano a vicenda e manifestano un volto di Dio dai tratti ben delineati, che è possibile riscoprire e contemplare.

Se compresi nel loro vero orizzonte ecclesiale, questi molteplici motivi che ci spingono a collocare al centro della nostra attenzione la Parola di Dio quale sorgente e compimento dell’esperienza credente, non sono dettati da semplici scadenze celebrative, ma scaturiscono dall’esigenza di riscoprire ciò che qualifica il cammino e motiva l’impegno di fede.

È indubbio che fra la Parola e la Chiesa c’è un legame inscindibile. Si tratta infatti di una Parola scritta che è scaturita dal seno della comunità dei credenti ed è testimoniata dalla sua esistenza e dalla sua vita. Contemporaneamente, anzi primariamente, è una Parola che fonda e forma la stessa comunità dei credenti, perché tale Parola porta in sé la pienezza di ciò che annuncia: la fedeltà di Dio alla storia dell’uomo che ha il suo culmine nell’amore che il Padre ha manifestato in Gesù Cristo per il dono dello Spirito. È dunque una Parola che va letta nella totalità di fede della comunità ecclesiale.

Tutto questo ci chiede di realizzare un cammino di attenzione e di coinvolgimento, quasi una "traversata", che ci permetta di cogliere come dall’Evento storico-salvifico generatore e dall’esperienza che gli uomini hanno fatto di Dio si sia arrivati alla Parola scritta, che testimonia anche la sostanziale accoglienza di una rivelazione già maturata nella coscienza e nella prassi del popolo di Dio.

È un cammino che ci permetterà di comprendere ulteriormente come la fede ecclesiale ci rende disponibili a ricevere e a lasciarci coinvolgere nella stessa esperienza vitale che viene annunciata. E sdarà questa disponibilità a creare una relazione, un vincolo interpersonale, radicato nell’unica esperienza dell’evento del Risorto che rende possibile una vita nuova.

Sarà poi motivo di ulteriore impegno (e, per quanto riguarda l’apporto del nostro lavoro interdisciplinare, una nuova opportunità di approfondimento) poter riandare dalla nostra esperienza di cristiani alla Parola, realizzare un "approdo" dall’esperienza vissuta del nostro incontro con Dio alla Parola scritta, quale "condensato" dell’esperienza di Dio con gli uomini. Ciò inviterà a porre l’attenzione alle dimensioni concrete che avvalorano l’umano come luogo teologico in cui è possibile « riscoprire il volto del Dio cristiano» , quell’ "approdo" che ci permetterà di comprendere la dinamica che muove dall’esperienza vissuta alla Parola canonica. Significherà risentire che « se le "parole di Dio [...] si sono fatte simili al linguaggio degli uomini" (DV, 13), è per essere comprese da tutti. Esse non devono restare lontane» (Giovanni Paolo II, Discorso sull’interpretazione della Bibbia nella Chiesa, 23.4.1993, n.15). Comprendiamo così quella realtà in cui è offerto ad ogni uomo di « approdare» dall’esperienza vissuta alla Parola che in essa si comunica, a quella Parola che « si rivolge universalmente, nel tempo e nello spazio, a tutta l’umanità» (Ibid.).

 

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