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Numero 4
La Parola di Dio nelle parole umane. Contributi degli studenti

Gennaio - Dicembre 2020

Abstract e allegati

di Grazia PapolaFull Text

di Daniela PiubelliFull Text

Abstract

The aim of the article is to verify the narrative function of words (dialogues, unanswered questions, absence of words) in Mark 4, 35-6, 6a. This Gospel passage features some of Jesus's powerful gestures, which are directly connected to the teachings found in his previous parables (4, 1-34) and which lead to a climax of the revelation of Jesus that, however, does not always correspond to an increased faith in the characters. Thus, the Christological word oscillates between openness, in which a sight of God's revelation can be caught, and reluctance, which aims to safeguard that vision from the danger of pre-established human categories and to protect free will in the answer of humankind. In this hiatus between overflow and immanence lies an implicit invite for the reader to conversion and testimony.

Sommario

L’articolo si propone di verificare la funzione narrativa della parola (dialoghi, domande inevase, assenza di parole) nella sequenza 4,35-6,6a del Vangelo di Marco. Essa e` caratterizzata da una serie di gesti potenti da parte di Gesu`, che funziona in sinergia con l’insegnamento precedente in parabole (4,1-34) e che conduce ad un climax rivelativo di Gesu` non sempre, pero`, corrispondente ad un aumento di fede dei personaggi che compaiono nel racconto. La parola cristologica si trova dunque ad essere in bilico tra un’apertura in cui e` possibile scorgere il rivelarsi di Dio e una riluttanza volta a preservare dal rischio di ricondurre quel volto nel recinto di categorie umane precostituite e a tutelare la libertà della risposta dell’uomo. Ma e` proprio in questo iato tra eccedenza e immanenza che a ogni lettore e` rivolto un implicito appello alla conversione e alla testimonianza.

di Lorenza FerrariFull Text

Abstract

A narrative analysis offers an interesting approach to the text, as it gives us a global overview going beyond mere understanding of the words and acknowledging the importance of the reader. Female figures are particularly important in the second Gospel; although still minor or non-continuous characters, they are particularly relevant as their actions are a direct appeal to the audience which conveys the sense of inclusion typical of the following of Jesus in Mark's Gospel.

Sommario

L’approccio al testo che offre l’analisi narrativa è interessante perché permette uno sguardo globale, che va oltre la mera comprensione dello scritto riconoscendo particolare rilevanza al lettore. Nel secondo vangelo le figure femminili, pur appartenendo alla categoria dei personaggi minori o non ricorsivi, risultano importanti perché il loro agire diviene un appello all’uditore per veicolare l’idea dell’inclusività che caratterizza la sequela del Gesù marciano.

di Alessandra MottaFull Text

Abstract

This article examines the figures of the Japanese Christian martyrs from a historical, social and theological point of view, and considers whether they can become a model of a life of faith in God, which reflects on their actions and testimony, and which is the source of meaning for a 'new humanism'. More specifically, the analysis of the lives of the blessed Takayama Giusto Ukon (XVII century) and Nagai Paolo Takashi (XX century), which are read metaphorically through kintsugi art, proves that, although they did not die of a violent death, they could give testimony of their faith through their ordinary existence, thus becoming 'extraordinary' examples for the men and women of any time and nation.

Sommario

L’articolo esamina dal punto di vista storico, sociale e teologico in che modo la figura dei martiri cristiani in Giappone possa diventare un “modello” per un’esistenza centrata sulla fede in Dio, vissuta e testimoniata nella quotidianità, fonte primaria di senso per un “nuovo umanesimo”. Nello specifico, l’analisi della vita del beato Takayama Giusto Ukon (XVII sec.) e Nagai Paolo Takashi (XX sec.), rilette attraverso la metafora ricavata dall’arte del kintsugi, dimostra come, pur non avendo subito una morte violenta, abbiano saputo testimoniare la loro fede nell’ordinarietà della loro esistenza, diventando così “straordinari” modelli di riferimento per gli uomini di ogni tempo e di ogni nazione.

di Valentina ZerboniFull Text

Abstract

The epistemological approach to complexity, which is the background of Pope Francis's thinking, reads reality as something that is born from and developed between the elements. As per Giorgio Bonaccorso, the dialogue between the topic of the glorious body and the category of 'emergency' allows theology, if not to give a scientific explanation of how life will be after death, to ease the understanding of some Christian dichotomies, thus re-including the resurrection within a process towards a more complex level of bodily organization, and establishing some practices for contemporary life.

Sommario

L’approccio epistemologico della complessità, che fa da sfondo anche al pensiero di Papa Francesco, ripensa il reale come qualcosa che nasce e si sviluppa dai legami tra gli elementi. Mettere in dialogo il tema del corpo glorioso con la categoria di “emergenza”, così come la declina Giorgio Bonaccorso, permette alla teologia non tanto di dare una spiegazione scientifica di come sarà la vita dopo la morte, ma di aumentare la comprensione di alcune dicotomie tipiche del cristianesimo, ricomprendendo la risurrezione all’interno di un processo verso un livello sempre più complesso di organizzazione corporea, e radicando alcune prassi di vita odierne.

di Giulia FrazzaFull Text

Abstract

The article outlines some theoretical approaches to the fruitful relationship between the Word and art through the realization of an educational proposal for pre-school children, whose title is 'Many colours and an embrace'. The aim is to show that a biblical passage which is appropriately supported by other languages, such as figurative art, can reach and engage all readers, be it adults or children, competent or non-expert ones, literate or illiterate, neurotypical or with a disability

Sommario

L’articolo riporta alcuni approfondimenti teorici inerenti la fruttuosa relazione che si può instaurare tra la Parola e l’arte, attraverso la realizzazione di una proposta didattica per i bambini della scuola dell’infanzia, intitolata “Tanti colori e un abbraccio”. L’intento è quello di mostrare come un brano biblico, se adeguatamente supportato da altri linguaggi come l'arte pittorico-figurativa, riesca a coinvolgere e a raggiungere tutti i suoi fruitori senza distinzioni, siano essi grandi o piccoli, competenti o inesperti, letterati o analfabeti, normodotati o portatori di varie disabilità.

di Marta FranchiniFull Text

Abstract

The aim of the article is to contribute on the topic of the current relationship between youth, faith and the Church, and on future opportunities for youth ministry. Based on the most significant research carried out during the last decade in the field of youth ministry in Italy, the article reflects on the current situation of youth in Verona and its province, providing some suggestions which originate from the qualitative analysis; this is then all compared with the results from the Synod on youth and with Pope Francis's statements, and a new perspective on youth ministry is developed which outlines the image of a Church who listens, welcomes and announces the Word with young people.

Sommario

L’articolo intende apportare un contributo sia alla riflessione sull’attuale rapporto tra i giovani, la fede e la Chiesa, sia alle prospettive che si aprono per la pastorale giovanile. Sulla base di alcuni degli studi più significativi dell’ultimo decennio sull’ambito giovanile italiano relativi al tema, si sviluppa la riflessione sull’attuale situazione giovanile nel territorio veronese, attraverso alcuni spunti forniti dall’indagine qualitativa. Il tutto, infine, viene messo a confronto con quanto emerso al Sinodo sui giovani e da papa Francesco, sviluppando la prospettiva pastorale inclusiva di una Chiesa che ascolta, accoglie e annuncia la Parola con i giovani.

di Mario EbriFull Text

Abstract

Don Lorenzo Milani was strongly convinced that the control of the strong on the weak and of the rich on the poor is not only an economic but also a cultural and linguistic matter and, as such, it can only be solved through cultural change. The ministerial side of his life sums up his achievements: everything originates from his ministry. Using the Gospel as his guiding light, don Lorenzo wanted to reach the poor mainly through the school system, the first and most important achievement of his ministry.

Sommario

Don Lorenzo Milani è profondamente convinto che il predominio del forte sul debole e del ricco sul povero, non è una mera questione economica, ma risiede nel possesso della cultura e della parola tanto che il riscatto non può che essere primariamente culturale. La dimensione sacerdotale della sua vita è la cifra di quanto ha realizzato: tutto nasce dal suo essere prete. Avendo sempre come faro il Vangelo, don Lorenzo ha voluto arrivare al povero anzitutto attraverso la scuola, la sua prima e fondamentale opera pastorale.