PRESENTAZIONE
La
Biblioteca del Seminario
Vescovile inizia in forma
embrionale, il 25 gennaio
1567, data in cui il vescovo
Agostino Valier promulga il
decreto di istituzione del
Seminario veronese. Un
inventario effettuato nel
1652 fissa la consistenza
del deposito libri in circa
120 volumi. Riorganizzata
nell'anno 1822, per
iniziativa del vescovo
Innocenzo Liruti, la
Biblioteca acquisisce,
ampliandosi, alcuni
consistenti fondi negli anni
seguenti. Nel 1827 riceve il
fondo dei manoscritti e dei
libri di proprietà dello
stesso mons. Liruti, seguito
nel 1833 dai volumi
appartenuti a don Sandro
Fontana e, nel 1841, dai
libri ebraici e di lingue
orientali lasciati da don
Giuseppe Venturi.
Nel
secolo scorso la Biblioteca
fu riorganizzata nel 1903 da
don Giuseppe Trecca,
coadiuvato da alcuni
studenti, che catalogò i
testi secondo i criteri del
tempo; nel 1965 mons.
Giuseppe Carraro, istituendo
lo Studio
Teologico San Zeno,
promuove anche un riordino
della Biblioteca i cui libri
sono ora ricatalogati
secondo le regole RICA
(regole italiane
catalogazione per autori).
Lo stesso vescovo lascerà i
volumi della sua biblioteca
personale alla Biblioteca
del Seminario che, a partire
dal 1980, accoglierà il
"Fondo Giuseppe Carraro"
costituito da numerosi libri
e dai manoscritti prodotti
dal vescovo di Verona
durante il Concilio Vaticano
II cui partecipò, oltre che
come Padre Conciliare, anche
come Presidente della
Commissione incaricata per
l'elaborazione del decreto
sulla formazione sacerdotale
Optatam totius.
La
Biblioteca del Seminario,
che conta una ottantina di
abbonamenti a riviste varie,
accoglie nei suoi scaffali
circa sessantacinquemila
volumi tra i quali
novantasei incunaboli e
oltre duemila cinquecentine.
Possiede la raccolta più
cospicua di stampe veronesi
dopo quella presente presso
la Biblioteca Civica.
Custodisce
alcuni testi importanti
come:
-
un testo iddish
(lingua tedesca scritta in
caratteri ebraici),
appartenente al genere dei
poemetti cavallereschi, dal
titolo "Paris e
Vienna";
- due opuscoletti di
Giovanni Del Bene ("A
li curati principianti"
e "Orazioni da dire
avanti e dopo la Messa"
entrambi del 1559);
- un manoscritto della
Divina Commedia datato 1431.
Oltre
ai testi sovracitati, tutti
libri unici, sono presenti
alcuni libri rari:
-
Il Sinonima, raccolta
di sinonimi latini stampata
da Aldo Manuzio nel 1497 (di
cui esistono cinque copie in
Italia e undici nel mondo);
- il Mesue Medicinarum,
testo di medicina tradotto
dall'arabo, del 1471;
- una Grammatica di
Daniello Bartoli S.I., edita
nel XVII secolo
La
sezione giuridica conta 1715
titoli, con testi che vanno
dal XV secolo al presente:
per questa sezione è stata
recentemente effettuata la
schedatura informatica
(accessibile, per la
consultazione, presso la
Biblioteca dell'Università
di Verona / Progetto
Juliet).
Edizioni notevoli per
importanza e mole sono:
-
l'Opera omnia di
Diritto del Quijau
(1700)
- varie edizioni del Decretum
Gratiani
-
le Opere giuridiche
del Panormitanus (1500)
- la Collezione degli
Storici Bizantini,
nell'edizione di Parigi
(40 volumi)
- i Classici Italiani,
nell'edizione di Milano
del 1800 (252 volumi).
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